Esiste nel comune di Milazzo un casa in cui abita una signora (artista) che, per fare uno spregio ai vicini, ha posizionato nel suo balcone delle strane “opere d’arte”. Si tratta di riproduzioni
horror create proprio da questa signora. Un singolare evento che però ha reso la zona in cui si trova l’abitazione molto celebre e meta di curiosi che vanno lì a vedere queste “opere”. Allego le foto
che ho scattato personalmente.
La leggenda delle Teste Di Moro: Si
racconta che intorno all’anno 1100, periodo della dominazione araba in Sicilia, alla Kalsa, antico quartiere della città di Palermo, vivesse una bellissima fanciulla. La ragazza trascorreva le sue
giornate quasi esclusivamente in casa, dedicandosi alla cura delle piante che ornavano il suo balcone. Un giorno, passando per la Kalsa, un giovane moro vide la bella ragazza intenta ad annaffiare i
suoi fiori, e subito se ne innamorò. Decise di volerla tutta per se e, senza indugio, entrò in casa della ragazza per dichiararle il suo amore.
La fanciulla, colpita da quell’ardito e intenso sentimento, ricambiò l’amore del giovane, ma quando seppe che questi l’avrebbe presto lasciata per tornare nelle sue terre in Oriente, dove
l’attendevano moglie e i figli, approfittò della notte e lo uccise mentre giaceva addormentato. La ragazza gli tagliò la testa, e con questa fece un vaso dove piantò una pianta di basilico.Infine lo
mise in bella mostra fuori nel balcone, affinché l’uomo rimanesse per sempre con lei.
Il basilico crebbe rigoglioso, grazie alle lacrime che la fanciulla vi versava giornalmente, destando però l’invidia di tutti gli abitanti del quartiere che, per non essere da meno, si fecero
costruire dei vasi di terracotta a forma di testa di moro. (Fonte edizionikalos.com)
La città sommersa di Risa ( Lago grande di Ganzirri): Secondo il
mito,primacheil lago di Ganzirri si formasse, il suo posto era
occupato da una sfavillante cittadina dalle bianche mura in pietra e delle incredibili costruzioni architettoniche. Il centro era estremamente Fecondo,crocevia di scambi commerciali e culturali tra
le popolazione indigene della Sicilia pre-ellenica. Un fortissimo sisma però distrusse Risa ed uccise tutti i suoi abitanti, facendo sprofondare la città per parecchi metri sotto terra e lasciando al
suo posto una desolante fossato. Nel corso degli anni,la depressione
del terreno fu riempita dall’acqua piovana e da altri agenti naturali, fino alla formazione del lago di Ganzirri. Secondo i racconti dei pescatori
della zona, in alcune notti sarebbe possibile udire ancora i dolci rintocchi della campana della chiesa di Risa, le cui rovine giacerebbero sul fondo del lago. Nonostante la torre del tempiosia stata
rasa al suolo dal terremoto, la campana suonerebbe ancora per avvertire i pescatori dell’arrivo di una forte burrasca. In molti dicono che si sona a campana iRrisae
megghiu non pigghiari pi fora. (sicilians.it)
I Laghetti diMarinello: sono
uno dei luoghi più suggestivi dellaSicilia. Siamo in Provincia di Messina,all’ombra del promontorio di
Tindari. Qui sorge una laguna salmastra, che cambia forma sotto la spinta del vento e delle maree, con una striscia bianca di ghiaia e sabbia. Il confine tra il lago e il mare è
spettacolare. Sui laghetti veglia
silenzioso e imponente il Santuario di Tindari. Naturalmente, non mancano le leggende: secondo la più
nota,una donna perse suo figlio in acqua, mentre pregava la Madonna di Tindari. Per aiutarla a recuperare il bimbo, la Madonna fece ritrarre il mare e i laghi sono rimasti come testimonianza di quel
miracolo.
Organo a canne Duomo di Messina:
Messina
ha una sorpresa che fa per voi. Se vi dovesse capitare di fare due passi in piazza Duomo a Messina una domenica mattina, tenete le orecchie bene aperte: già dall’esterno del grande tempio cittadino,
potreste facilmente sentire la nitida voce, ora possente ora dolcissima, del secondo
più grande organo a canne d’Italia.
Proprio così: con le sue 16.000 canne, l’Organo della Cattedrale di
Messina è il secondo in Italia per dimensioni, sorpassato (peraltro
neanche di troppo) solo dal grande Organo del Duomo di Milano.
È questo l’organo che possiamo vedere e sentire oggi: con le sue cinque
tastiere e i suoi 170 registri, può passare, nelle mani giuste, dai suoni più dolci e delicati a quelli più possenti e maestosi, in una gamma pressochè infinita di sfumature timbriche.
Ma c’è di più: le canne infatti sono divise in più corpi d’organo,
distribuiti appositamente in diverse zone della chiesa: nei transetti di
destra e di sinistra, dietro l’altar maggiore, in controfacciata, addirittura sopra l’arco trionfale. Il suono arriva quindi agli ascoltatori da davanti, da dietro, dai lati, persino
dall’alto, in modo da sfruttare al meglio le peculiarità acustiche dell’edificio e creare incredibili effetti stereofonici. (Fonte universome.eu)
Era presente un cannone a scopo di difesa, successivamente usato solo a scopi di festeggiamento; nel periodo
fascista vennero costruiti anche tre portici all'ingresso, ora entrambi rimossi e lo spiazzale ingrandito.
L’Albirazzo:
maestoso Platano di via Brasile
Ultracentenario, alcuni lo hanno anche chiamato l’Albero
di Garibaldi, perché sembra che l’eroe dei due Mondi dalla giubba rossa si fosse fermato anche qui.
È uno dei beni arborei più antichi della città, sotto vincolo della Soprintendenza ai Beni ambientali, simbolo de’ il Ringo, quartiere dei pescatori. (letteraemme.it)