Tindari

Mito, mare, archeologia e antiche leggende: tutto questo è Tindari, in provincia di Messina. Situata su un promontorio dei monti nebrodi nella Sicilia settentrionale, si affaccia sul golfo di Patti e gode di un panorama mozzafiato. Ha un passato glorioso: fu fondata da Dionisio di Siracusa come colonia di mercenari siracusani e prese il nome da Tyndaris, in onore del mitico re di Sparta. Anticamente qui sorgeva l’acropoli della città. Oggi, il simbolo del santuario è la statua della Madonna Nera, tutta in legno di cedro, probabilmente giunta a Tindari in seguito all’esplosione dell’iconoclastia. Tipico esempio di arte africana e orientale, la Madonna è raffigurata come “Regina in trono”, e regge in braccio Gesù Bambino. E nella base della statua una citazione del Cantico dei Cantici “Nigra sum sed formosa”, sono bruna, ma bella. L’area archeologica di Tindari racchiude i resti dell’antica città costruita in pietra arenaria: mosaici, sculture, oltre a oggetti e ceramiche conservati in parte presso il museo locale e in parte al museo di Palermo. Bellissimo il teatro greco di Tindari, di sicuro il monumento antico simbolo della città. Risale al IV secolo avanti Cristo e fu costruito dai greci anche se più avanti nei secoli i romani rimaneggiarono la struttura per trasformarla in anfiteatro per i giochi dei gladiatori. Ma anche la natura è capace di regalare emozioni a Tindari. Sotto il promontorio c’è una lingua di sabbia che racchiude diversi specchi d’acqua. L’assetto della sabbia muta a seconda dell’azione delle mareggiate e altera in continuazione l’aspetto della spiaggia, nota come spiaggia di Marinello, sulla quale circolano da secoli, antiche leggende.

Nella spiaggia c’è anche una grotta che, sempre secondo un’antica leggenda, è popolata da una maga che adescava i marinai con il proprio canto per poi mangiarseli. I fori alle pareti, sono gli affondi delle dita della maga, infuriata quando i marinai riuscivano a fuggire.(siviaggia.it)

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