Scalinata Santa Barbara

Raro brandello della trama urbana pre terremoto, in cui è ancora visibile la tipologia abitativa messinese tra ‘700 e ‘800, il borgo si sviluppava sull’area sommitale del bastione S. Barbara, elemento difensivo della cinta muraria eretta da Carlo V nel 1537. Il nome “S. Barbara” deriva dalla presenza di un convento religioso con annessa chiesa, S. Maria di Malfinò (1195), di cui oggi rimane un portale rimontato presso l’ingresso laterale sinistro della chiesa di San Matteo a Villa Lina. La scalinata collegava la parte bassa della città con il Noviziato dei Gesuiti (1576), un tempo insistente sull’area occupata oggi dalla Caserma “Sabato”. E’ stata l’ultima residenza del mimo Gerarad Foucault, nonché di alcune iniziative del collettivo Machine Works. (Fonte lescalinatedellarte.com)

È uno degli scorci della città più suggestivi, dove il tempo sembra essersi fermato, fra resti pre-terremoto, casette variopinte, spazi pubblici immersi nella quiete e la piccola chiesa della “Madonna della Rosa”, quasi celata fra gli edifici, che seduce la vista con la sua bellezza discreta. Posizionata fra il Viale Italia e la via Tommaso Cannizzaro, lungo la grande cinta muraria voluta da Carlo V in occasione della sua visita ufficiale in città (1535) e a ridosso dell’antico borgo del Tirone (o di quel che ne resta…), la vecchia scalinata prende il nome da un complesso religioso monastico di epoca medievale che sorgeva nell’omonima piazza.
Riqualificata qualche tempo fa dal Comune di Messina (progetto e direzione lavori di Nino Principato con la collaborazione dell’architetto Salvatore Corace e del geometra Luigi Gugliandolo), negli anni scorsi ha ospitato vari eventi culturali, sfruttando anche le tre “piazzette della memoria” che la costeggiano.(Fonte letteraemme.it)

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